Omelia di Mons. Arcivescovo per l’inizio in Diocesi del Giubileo della Misericordia

Cappellania Ospedale “F. Miulli”
11 Dicembre 2015
Messaggio Augurale dell’Arcivescovo
24 Dicembre 2015
Show all

" MISERICORDIAS DOMINI lN AETERNIJM CANTABO" (Sal 89, 2l)

Omelia per la Celebrazione dell'inizio in Diocesi del Giubileo Straordinario della Misericordia

Cattedrale diAltamura 12 dicembre 2015 Primi Vespri della 3'domenica diAvvento, domenica Goudete

Sorelle e fratelli carissimi,
dopo aver visto Papa Francesco, nel giorno della Solennità dell'lmmacolata Concezione, aprire la Porta della Misericordia in San Pietro, eccoci tutti qui, come Chiesa diocesana, fratello vescovo Mario, presbiteri, diaconi e Comunità tutte carissime, a lodare e ringraziare insieme il Signore, perché anche la porta di questa nostra Cattedrale è "la porta del Signore": per essa siamo entrati, "per ottenere misericordia e perdono" (Rito di apertura della Porta dello Misericordia nelle Chiese particolari).
lnizia, dunque, anche per noi questo Giubileo Straordinario della Misericordia, in questa terza domenica d'Avvento, Giorno del Signore e Pasqua della settimana, domenica di particolare gioia per il Natale ormai vicino.
Un cammino che ci vedrà viandanti nelle vicende della storia, inviati dal Signore per annunciare, con la nostra vita cristiana, la "bella notizia" dell'amore di Dio-Padre e la nostra disponibilità a condividere "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di questa umanità, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffro no" (Gaudium et spes, 1)" .

La Parola di Dio
La felice e provvidenziale coincidenza della terza domenica d'Avvento con l'inizio, nelle Chiese particolari di tutto il mondo, del Giubileo Straordinario della Misericordia ci aiuta a comprendere questo evento di grazia come evento di gioia e di "allegria".
ll brano del profeta Sofonia, il Salmo responsoriale tratto da lsaia e l'apostolo Paolo nella lettera ai Filippesi ci hanno invitati a rallegrarci, a stare lieti, a cantare, ad esultare, a non lasciarci cadere le braccia e a non temere, perché il Signore non ci ha abbandonati, non ha abbandonato l'umanità a sé stessa. Al contrario, la fede in Lui ce Lo fa sentire sempre presente in mezzo a noi: una presenza di salvezza, di santità, di fiducia e di bontà. Lui è grande in mezzo a noi: nessuna paura, nessun timorel È Oio che gioisce per noi; noi non siamo per Lui motivo di tristezza!
Scrivendo ai cristiani di Filippi, l'apostolo Paolo li incoraggia a guardare lontano, a intravedere il venire del Signore incontro a noi; un incontro sempre vicino, imminente, che deve renderci audaci e fiduciosi nell'esprimerGli ogni nostro desiderio, perché il cuore e la mente trovino in Lui, nella Sua pace, amorevole rifugio.
Cuore e mente chiamati alla conversione, allo sradicamento di affetti e di pensieri che non sono gli affetti e i pensieri di Dio. È a questa conversione che Giovanni il Battista invitava, con un linguaggio duro e severo, quanti andavano da lui, al fiume Giordano, per farsi battezzare: no all'accumulo, sì alla condivisione; no alla corruzione, sì alla trasparenza; no alla violenza e al sopruso, sì al rispetto dell'altrol Ma ll Battista sa che il tempo è ormai compiuto, che la storia della salvezza vede scendere in mezzo all'umanità e nelle viscere della storia un uomo misterioso, il vero Unto da Dio, il Cristo, il Messia.

È Lui il 'vento', lo Spirito, che spazza via aria malsana e maleodorante; è Lui il 'fuoco', che purifica e riscalda; è Lui la vera gioia e allegria; è Lui che trasforma i cuori e le menti;  è Lui che ha impresso alla storia un dinamismo di bellezza e di novità, che sarà pienamente svelato alla fine dei tempi, quando - incontrandoci, Lui verso di noi, noi verso di Lui - saremo condotti a vedere Dio, "così come egli è" (LGv 3,2).
Entriamo sempre più in Gesù Cristo; lasciamoci attrarre dalla Sua Parola e la nostra vita, la vita stessa della Chiesa, ne verranno profondamente rinnovate dalla Sua gioia e dalla Sua grazia.

ll Giubileo Straordinario della Misericordia
Rallegrandoci, dunque, secondo l'invito rivoltoci dalla Parola di Dio, per la vicinanza del Signore e, in attesa della Sua venuta, incamminiamoci in questo anno di grazia, lungo isentieri della Misericordia, per vivere - in comunione con tutta la Chiesa - questo Giubileo Straordinario.
Nella Bolla di indizione del Giubileo, Misericordioe Vultus, dello scorso 1L aprile, Papa Francesco scrive: "Misericordia: è lo porolo che rivelo il mistero della SS. Trinitù. Misericordia: è l'atto ultimo e supremo con il quole Dio ci viene incontro. Misericordia; e la legge fondomentale che abito nel cuore di ogni persona quando guardo con occhi sinceri il frotello che incontro nel cammino dello vito.
Misericordia: è la vio che unisce Dio e l'uomo, perche apre il cuore ollo speronzo di essere amoti per sempre nonostante il limite del nostro peccoto" (MV, 2). Parole che dobbiamo mettere come fondamenta del cammino comunitario e personale, per ben comprendere, non tanto "quello che dobbiamo fare" in questo anno giubilare, quanto "chi dovremmo essere" come discepoli di Gesù, volto misericordioso di Dio-Padre.
È Lui che ci esorta ad essere "perfetti", come è "perfetto" il Padre nostro che è nei cieli (cfr. Mt 5,48).
Una "perfezione" che rivela l'agire di Dio, nei gesti e nelle parole di Gesù, come carezza e tenerezza verso ogni creatura umana. La rivelazione biblica, dall'Antico al Nuovo Testamento, è una graduale e progressiva rivelazione della misericordia di Dio, che trova la sua pienezza in Cristo Gesù, mandato dal Padre per salvare, per accogliere a braccia aperte, per andare in cerca della pecora smarrita, per perdonare ipeccatori, Fer "fasciare le piaghe dei cuori spezzati" (ls 61, 1). Dal "misericordioso e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore" (Sal 103,8), all"'eterno è il suo amore per noi"(Sal 136)", fino alle parole di Gesù morente in croce, "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" (Lc 23, 34), è come un fiume maestoso di misericordia, che ci travolge e ci purifica.


Non opponiamo resistenza, sorelle e fratelli carissimi, a questo intervento di grazia nella vita di ciascuno di noi, prima ditutto! Lasciamo che il nostro cuore, a volte freddo e gelido, impermeabile ad ogni battito di commozione, si sciolga nel calore della misericordia di Dio. Sarebbe bello accostarsi più frequentemente al sacramento della riconciliazione, per sperimentare la gioia del perdono sacramentale. Saremo, allora, disponibili a parole e gesti (le opere di misericordia corporali e spirituali) di una fede che si fa perdono, per le offese arrecate o ricevute; si fa com-passione, per vincere l'indifferenza; si fa delicata e affettuosa attenzione verso quanti cadono e hanno bisogno che qualcuno li aiuti a rialzarsi. La strada della misericordia è strada di beatitudine e di felicità. Ce lo ha assicurato Gesrìr nel discorso della montagna: "Beati, felici, imisericordiosi, perché troveranno misericordia" (Mt 5,7). Possa la nostra Chiesa diocesana, in tutte le nostre città, nelle istituzioni civili (grazie ai Sindaci, alle altre autorità civili e militari e alle varie associazioni qui presenti), negli ospedali, nel carcere, nella case per gli anziani e per i disabili, nelle famiglie e nelle scuole, negli ambienti di lavoro, vivere un anno straordinariamente bello, così come la fede cristiana o l'amore per ogni nostro simile sapranno orientarci, per essere donne e uomini capaci di 'provare' e 'trovare' misericordia.

Le disposizioni circa la celebrazione in Diocesi di questo Giubileo Straordinario saranno portate questa sera a conoscenza di tutti, attraverso la lettura del relativo Decreto, da me firmato in data 22 novembre 2015.
lntercedano per questa Comunità ecclesiale Maria, Madre di Misericordia, e i nostri Santi Patroni, affinché ci siano compagni di viaggio lungo questo cammino, per versare - da buoni samaritani - sulle ferite di questa nostra umanità "l'olio della consolazione e il vino della speranza" (Prefozio ComuneVlll) e sperare di cantare in eterno la misericordia del Signore: "Misericordias Domini in aeternum cantabo" (Sol 89, 2).

Amen!Così sia!

+ Giovanni, vescovo