Messa Crismale. Ricchiuti ai sacerdoti: “siate audaci e coraggiosi”.

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“È COME OLIO PREZIOSO…” (Sal 133, 2)
Omelia per la Messa Crismale
Concattedrale di Gravina
Mercoledì Santo, 28 marzo 2018

Sorelle e fratelli carissimi,

pensando, in questi giorni, alla celebrazione della Messa Crismale e alla nostra assemblea liturgica, convenuta stasera in questa Basilica Concattedrale di Gravina per la benedizione e la consacrazione degli Oli, mi son venute alla memoria le parole: “Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme! È come olio prezioso … È come la rugiada dell’Ermon … Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre” (Sal 133).

Siamo qui, Popolo di Dio pellegrinante in questa nostra Chiesa diocesana (vescovo, fratelli vescovi Mario e Giacinto, presbiteri diocesani e religiosi, religiose, diaconi permanenti, seminaristi, comunità parrocchiali, confraternite, associazioni e movimenti ecclesiali), convocato per dar lode al Signore e renderGli grazie per l’amore che Egli incessantemente dona alla Sua sposa, che è la Chiesa.
Siamo qui, Popolo Sacerdotale, per vivere anche la festa del sacerdozio ministeriale in un clima di preghiera, ed invocare fedeltà gioiosa e fraternità sincera per i nostri cari presbiteri, chiamati in questa celebrazione a rinnovare davanti a me e a voi le promesse sacerdotali.

La Parola di Dio… …proclamata e ascoltata, ricrea, prodigiosamente, l’atmosfera di quel sabato nella sinagoga di Nazareth, perché anche i nostri occhi e i nostri orecchi hanno incontrato uno sguardo e ascoltato parole che sanno di orizzonti luminosi e di speranze ravvivate.

Davanti a noi c’è Lui, Gesù di Nazareth, l’unico Messia credibile, perché accreditato da Dio suo Padre, dal suo essere Buona Notizia per i poveri di ogni tempo, dai suoi gesti di guarigione dei cuori e dei corpi.
È Lui il Profeta che, consapevole della presenza dello Spirito Santo, legge la storia del suo tempo e invita ad andare oltre, per fare di ogni tempo l’“oggi” di una Parola che scuote e dà vita.
La Chiesa sa che ogni grazia viene da Lui, dal suo Maestro e Signore, e che il suo cammino nelle vicende del mondo è un andare incontro a Lui, viandante ferito e misteriosamente glorioso a fianco dell’umanità, perché in Lui il passato, il presente e il futuro diventeranno eternità e luce senza tramonto.
Consapevoli di essere un popolo di battezzati, partecipi della messianicità di Gesù e inviati da Lui ad annunciare la gioia del Vangelo, non possiamo venir meno all’impegno di essere – oggi più che mai – testimoni dei Suoi gesti di amore e di salvezza.
Ascoltiamo, dunque, attorno a noi, alle nostre parrocchie, alle nostre liturgie, alle nostre iniziative, le invocazioni di aiuto e le mani tese che si levano dai poveri, dai disperati, dagli smarriti e dagli oppressi. Diciamo loro, con il cuore e con le mani, che questo è il tempo della grazia e
della misericordia!
La Benedizione degli Oli
Non sarà facile, sorelle e fratelli carissimi, tenere i nostri passi sui passi del Signore, perché a volte ci sentiamo stanchi e un po’ demotivati, forse consenzienti a modi di pensare e di agire che nulla hanno di evangelico e di ecclesiale.
Sentiamo di aver perso lo smalto e la lucentezza del nostro essere cristiani, come se chi ci incontra, ci ascolta e ci osserva, non avverta più il profumo della vita buona del Vangelo. Non risultiamo né attraenti, né capaci di attrarre a Cristo!
Prepariamoci, dunque, come ogni anno, nella Messa Crismale, a benedire gli Oli degli Infermi, dei Catecumeni e del Crisma; lasciamo che dalle anfore fluisca abbondante l’olio (anche quest’anno frutto degli ulivi del “Miulli”), che conforta gli ammalati, irrobustisce i catecumeni e consacra quanti sentono il desiderio diconfigurarsi in modo speciale a Cristo-Messia.

Lasciamoci inebriare dal profumo del Crisma, reso ancora più penetrante dal balsamo di nardo e di bergamotto che ci giunge, come già da qualche anno, dalla diocesi di Locri-Gerace, in segno di fraternità e come profumo di legalità, per una testimonianza di vita cristiana nonviolenta e tesa al bene comune. Riprenderemo a camminare sui sentieri del Vangelo con più leggerezza, con più fraternità, “un cuore solo e un’anima sola” (At 4, 32), disponibili a condividere, a partecipare, ad aiutarci gli uni gli altri, a creare ponti tra di noi e non recinti, gareggiando nello stimarci a vicenda (cfr. Rom 12, 10).
Eviteremo, così, che lungo il cammino di questa nostra Chiesa locale si accenda pericolosamente “la spia dell’olio”, perché ne avremo messo tanto da poter proseguire con fiducia e andare incontro al Signore e ai fratelli. “C’è bisogno di pastori… non di piloti”
È venuto il momento, in questa liturgia, di rivolgermi a voi, a ciascuno di voi, carissimi presbiteri, pastori e guide del Popolo di Dio, per invitarvi a rivivere le emozioni e la trepidazione per gli impegni solennemente assunti nel giorno – lontano o vicino nel tempo – della vostra Ordinazione Presbiterale.
Intanto, in comunione con l’assemblea qui convocata, vi esprimo e vi esprimiamo tutta la gratitudine per le fatiche pastorali di ogni giorno,
accompagnate dalla certezza di essere amati dai vostri fedeli. Siamo vicini con affetto ai confratelli oggi qui assenti a motivo delle precarie condizioni di salute, mentre ricordiamo con affetto e nella preghiera quanti sono tornati alla casa di Dio-Padre: don Carlo Carducci, Mons. Felice Posa, Mons. Nicola Dileo e Mons. Antonio Fiore.
Io sono certo che la vostra memoria non abbia dimenticato il dolce peso, quasi una carezza, delle mani del Vescovo sul vostro capo, ad invocare che lo Spirito del Signore, come vento impetuoso, attraversasse per sempre la vostra esistenza, per darvi la forza di uomini liberi, audaci e coraggiosi per l’annuncio ministeriale del Vangelo. Per andare – a due a due, e non da soli – , per formare un “presbiterio”, in cui vivere una fraternità, un’amicizia, una capacità di stare insieme, di “entrare in rete”, per relazioni umane autentiche e per una pastorale che vi veda camminare insieme al popolo di Dio a voi affidato; e guidarlo a Lui, a Cristo, come pastori buoni ma fragili, a immagine di Lui, Buon
Pastore e “pastore ferito” anche Lui!

Distogliete lo sguardo dei fedeli da voi stessi, non per venir meno o svalutare la vostra esemplarità e la vostra personalità, ma per invitare a guardare a Lui, soltanto a Lui!
Chiedete, chiedete sempre al Signore, ogni giorno, la grazia della fedeltà, il coraggio del “per sempre”, la Sua vicinanza nei momenti – oggi particolarmente frequenti – di stanchezza e di sfiducia!
Quelle mani unte di Crisma, conservatele pulite e profumate; ma nessun timore di “sporcarle”, per testimoniare il Vangelo nella scelta preferenziale dei “poveri” di questo mondo.
Vi assicuro, ancora una volta, tutta la mia vicinanza affettuosa e …paterna, così come ha detto Papa Francesco, il 19 marzo u.s., nell’omelia per l’ordinazione di alcuni vescovi: “Amate con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio vi affida. Anzitutto i presbiteri e i diaconi, vostri collaboratori nel ministero. Vicinanza ai presbiteri, per favore: che possano trovare il vescovo nel giorno stesso in cui lo cercano, o al massimo il giorno dopo. Vicinanza ai sacerdoti…”.
Sorelle e fratelli carissimi, tra poco vi inviterò a pregare per i “vostri” presbiteri: sono certo che lo farete, con gioia e con sincerità, perché sono vostri fratelli e vostri “padri”!
Grazie anche per la preghiera che eleverete al Signore per me, vostro vescovo, segno del vostro affetto per me, così come – e statene certi – del mio affetto verso di voi.
Continuiamo la celebrazione di questa straordinaria liturgia eucaristica, mentre invochiamo l’intercessione di Maria, Madre della Chiesa, e dei nostri Santi Patroni, perché in questo impegnativo cammino ecclesiale ci facciano sentire la loro protezione!
Buon Triduo Sacro e Santa Pasqua!
Così sia! Amen!

 Giovanni, vescovo

 

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