I nostri Intercessori

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Sant'Irene, Vergine e Martire Patrona di Altamura e della Diocesi

Altamura


L’origine storica dell’elevazione di Sant’Irene a protettrice di Altamura fa fede a una leggenda secondo cui, Altamura, essendo particolarmente esposta alle intemperie atmosferiche con caduta di fulmini causa la sua elevata posizione a ridosso delle Murge, ai primi del ‘700 sentì il bisogno di ricorrere a questa Vergine e Martire proclamandola Patrona secondaria della città.

Intanto nel 1726 i fulmini caddero con più frequenza e con rilevanti danni alla Cattedrale, alle case della città e del contado, nonché con la morte di persone e di animali. Il ricorso alla preghiera per implorare la clemenza divina ad intercessione di Sant’Irene riuscì a far cessare il terribile flagello. Allora tutti i cittadini, concordemente e grati, stabilirono di ricordare questo avvenimento ogni anno il 4 maggio (vigilia della festa) con la celebrazione di una messa votiva in onore della Santa nella Cappella di San Giuseppe, dal 1638 Patrono Principale di Altamura.

Si fece dipingere l’immagine della Santa e la si collocò in alto dentro la prospettiva dell’altare. Il 5 Maggio è la Solennità liturgica della Santa patrona della Città di Altamura e della Diocesi.

Solennità: 5 Maggio
Patrono dal: 1638

San Michele, Arcangelo Patrono di Gravina in Puglia e della Diocesi

Gravina in Puglia


Michele, nome ebraico che vuol dire "Chi come Dio?", viene ricordato due volte nel libro di Daniele come protettore particolare del popolo eletto. La guerra celeste e la conseguente sconfitta delle potenze diaboliche, fa da prototipo di quanto dovrà accadere sulla terra. Michele è l'angelo difensore della Chiesa e la sua vittoria è la vittoria dei redenti per mezzo del sangue di Cristo, l'agnello immolato per noi. Il culto di San Michele a Gravina risale alla fine del sec. IX, quando fu consacrata la prima Chiesa Cattedrale, quella di S. Michele delle Grotte. Probabilmente il culto è stato portato dai Longobardi, dal Santuario di S. Michele Arcangelo sul Gargano (presso Foggia). Per alcuni secoli la devozione perse di intensità; solo con il Vescovo Mons. Cennini (1645-1648) clero e popolo scelsero S. Michele come protettore e patrono di Gravina.

L'elezione fu approvata e confermata con bolla del Papa Clemente X del 10 marzo 1647. Mons. Ferrero (1725-1730) esortò il clero e la popolazione ad osservarne di più il culto. Le motivazioni erano: la liberazione dalla peste del 1690 che colpì il Regno di Napoli, l'essere scampati dai frequenti terremoti, che nel 1722-1723 per sei mesi scossero la città, lasciandola indenne.

La Festa liturgica di San Michele Patrono della Città di Gravina e compatrono della Diocesi è fissata il 29 Settembre.

Solennità: 29 Settembre
Patrono dal: 1647

Sant'Eustachio, Martire Patrono di Acquaviva delle Fonti e della Diocesi

Acquaviva delle Fonti


La venerazione di sant’Eustachio martire in Acquaviva, viene datata al XVI secolo quando la Cattedrale del paese fu dedicata al culto del martire. Visse a Roma ai tempi dell’imperatore Adriano. Prima di convertirsi al Cristianesimo era pagano ed il suo nome Placido: era solito dedicarsi alla beneficenza, ma anche alla persecuzione dei cristiani.

Secondo la Leggenda Aurea un giorno Placido stava inseguendo un cervo mentre andava a caccia, quando questo si fermò di fronte ad un burrone e si volse a lui mostrando tra le corna una croce luminosa sormontata dalla figura di Gesù che gli diceva: «Placido, perché mi perseguiti? Io sono Gesù che tu onori senza sapere». Dopo essersi ripreso dallo spavento, Placido rientrò a casa e narrò tutto alla moglie, la quale gli riferì di aver avuto quella notte una visione nella quale uno sconosciuto le preannunciava che l’indomani ella si sarebbe recata da lui con il marito. Placido, la moglie e i due figli si recarono l’indomani dal vescovo, si convertirono e si fecero battezzare. Placido ricevette il nome di Eustachio (dal greco Eustáchios, cioè “che dà buone spighe”).

Patrono della città di Acquaviva delle Fonti, compatrono della Diocesi e Santo a cui è dedicata la Chiesa Concattedrale, viene venerato il 20 Maggio.

Solennità: 20 Maggio
Patrono dal: XVI secolo

Sant'Erasmo, Vescovo e Martire Patrono di Santeramo in Colle

Santeramo


Sant’Erasmo, vescovo di Antiochia, sarebbe, secondo alcuni, sbarcato a Brindisi per andare Roma e nel percorso della via Appia si sarebbe fermato nella boscaglia dell’estremità della Puglia, prima di andare nella Campania, ove terminò col martirio la sua vita. In memoria del Santo sarebbe poi stata costruita in quella zona una piccola chiesa, attorno alla quale la popolazione sparsa nelle vicine contrade si sarebbe raccolta al tempo dell’invasione dei Goti, formando il piccolo nucleo del paese che in onore del Santo sarebbe stato chiamato “CASTRUM S. ERASMI”.

Tale tradizione sarebbe avvalorata dalla denominazione di una località sita tra Santeramo e Laterza, ove il Santo si sarebbe riposato durante il lungo viaggio.

Nel secolo XVIII, per l’aumentata popolazione, si sentì il bisogno di costruire una nuova chiesa parrocchiale più ampia, che fu dedicata a Sant’Erasmo, Patrono della città e venne consacrata il 13 luglio 1741 da mons. Andrea Vinditti, vescovo di Polignano. La festa liturgica è il 2 Giugno.

Solennità: 2 Giugno
Patrono dal: 1741

San Sebastiano, Martire Patrono di Spinazzola

Spinazzola


Il nome Sebastiano deriva dal greco antico, sebastos, vuol dire venerabile. Sebastiano è originario di Narbona, la prima delle colonie romane in Gallia.

Tribuno delle guardie pretoriane, dopo essersi convertito, subì il martirio a colpi di freccia da parte dei suoi stessi commilitoni. Riconosciuto martire nel 286 d.c. nella “Depositio Martyrum” è commemorato il 20 gennaio, giorno in cui viene devotamente festeggiato a Spinazzola. Gli Spinazzolesi lo hanno prescelto come compatrono con la Madonna del Bosco.

Una leggenda narra che fu S. Sebastiano a salvarli dalle incursioni saracene. Storia e leggenda si confondono. La prima documenta che i saraceni invasero Spinazzola, assediata dal condottiero Raica; la seconda narra che orde di infedeli si dirigevano verso la cittadina e apparve loro il Santo sotto le vesti di un pastorello. Gli fu chiesto di indicare la strada per raggiungere il paese e il giovanotto li fuorviò. Scampato il pericolo, i cittadini, venuti a sapere dell’accaduto, si chiedevano chi fosse il pastorello. Qualcuno credette di aver ravvisato nelle sembianze del pastorello quelle dell’effigie del Santo presente nella Chiesa.

La consacrazione della Chiesa al Santo si fa risalire tra la fine del 1200, inizio del 1300 e il 20 Gennaio si celebra la festa liturgica.

Solennità: 20 Gennaio
Patrono dal: fine 1200, inizio 1300

Maria SS.ma Addolorata Patrona di Poggiorsini

Poggiorsini


L’origine storica dell’elevazione dell’Addolorata a protettrice di Poggiorsini non è comprovata da alcun documento. Fa fede la leggenda e la tradizione.

Raccontano gli anziani del paese, secondo quanto a loro volta appresero dai vecchi di un tempo, che la statua dell’Addolorata fu ordinata a Napoli da un ricco possidente terriero di Spinazzola per una chiesa spinazzolese. La statua viaggiava su un carro trainato da buoi che dopo un lungo ed estenuante cammino fu colta da un violento temporale nei pressi di Poggiorsini. Il carrettiere fu costretto a rifugiarsi nella “Taverna” che, posta nei pressi dell’attuale stazione ferroviaria, come spiega una lapide posta all’epoca (1600), era un luogo di ristoro e cambio dei cavalli per i viaggiatori. Dopo il temporale però i buoi non vollero più andare avanti verso Spinazzola, nonostante le insistenze del conducente, ma prendevano spontaneamente ed insistentemente un tratturo che portava a Poggiorsini.

Fu così che, venuti a conoscenza del fatto, i poggiorsinesi da quel momento vollero quale loro protettrice l’Addolorata che viene venerata l’11 Agosto in una solenne festa liturgica.

Solennità: 11 Agosto
Patrono dal: 1600