MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, GIUSEPPE E MARIA anno C – Festa della famiglia 2015
21 Dicembre 2015
Seconda domenica del tempo di Natale
30 Dicembre 2015

MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO

MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO

Mons. Venturino Lorusso, oblato benedettino

Generare una nuova vita è un evento, che, per quanto scientificamente sviscerata in anatomia, ancora stupisce e intenerisce i cuori. All’inizio di un nuovo anno sono molti i temi proposti.

Si deve pur scegliere tra benedizioni e richiamo ad essere figli di Dio, visita dei pastori e significato di un nome che dice salvezza. Poi da 49 anni si aggiunge l’appello alla pace: “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”. Ritengo utile riflettere sulla solennità che riguarda la maternità di Maria santissima, dal momento che il sinodo sulla famiglia ha rilevato: “Oggi, in molti contesti, l’essere donna è oggetto di discriminazione e anche il dono della maternità viene spesso penalizzato piuttosto che essere presentato come valore”. É l’occasione per riflettere non soltanto sul dato di fede, ma anche sulla maternità spirituale della Chiesa e di ogni anima credente.

1. La Madre di Dio. Che Maria sia la Madre di Dio è verità definita dal Concilio di Efeso nel 431. Mentre la maternità spirituale di Maria è riconosciuta per le parole di Gesù in croce: “Donna, ecco tuo figlio … Ecco tua madre” (Gv.19,26s). Da allora non possiamo pensare Maria senza pensarla madre nostra. La nascita di Gesù nel grembo di Maria, infatti, è preludio della nascita di ogni cristiano nel grembo della Chiesa, dal momento che Cristo è il primogenito di una moltitudine di fratelli (cfr Rm 8,29). Maria è nostra madre, perché al calvario ha sofferto un “martirio materno” come ogni mamma. “Una madre senza timore con la semplicità del martirio materno, concepisce nel suo seno un figlio, lo dà alla luce, lo allatta, lo fa crescere, lo accudisce con affetto. È dare la vita. È martirio” (Oscar Arnulfo Romero). La vita divina, trasmessa da Gesù con la morte e risurrezione è stata per Maria un martirio: “anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Da allora Lei ha a cuore ogni seguace del suo Figlio Gesù con un amore di tenerezza. “Salve Regina, madre di misericordia …”.

2. La Chiesa nostra madre. La maternità di Maria è certamente unica e compiuta nella pienezza dei tempi, quando la Vergine diede alla luce il Figlio di Dio, concepito per opera dello Spirito Santo. Tuttavia, proprio in continuità con quella di Maria, come un suo prolungamento nella storia si pone la maternità della Chiesa. La Chiesa, nella fecondità dello Spirito, continua a generare nuovi figli in Cristo, sempre, come è, nell’ascolto della Parola di Dio e nella docilità al suo disegno d’amore. Guardando a Maria, scopriamo il volto più bello e più tenero della Chiesa; e guardando alla Chiesa, riconosciamo i lineamenti sublimi di Maria. Tutti noi siamo nati nella Chiesa. La Chiesa è nostra madre perché ci ha partoriti con acqua e Spirito Santo nel Battesimo. Ogni volta che battezziamo un bambino, diventa figlio di Dio ed entra a far parte del Corpo di cristo che è la Chiesa. Da quel giorno, come madre premurosa, la Chiesa ci fa crescere nella fede e, con la forza della Parola di Dio, ci cambia da dentro e rende la nostra umanità non secondo la mondanità della carne, ma secondo l’azione dello Spirito ed offre ai suoi figli il nutrimento spirituale che alimenta e fa fruttificare la vita cristiana. Anche la Chiesa, come Maria, soffre il martirio per i tradimenti e la vita corrotta dei suoi figli, a nome dei quali, spesso chiede perdono pubblicamente.

3. La maternità della fede. In noi, nella nostra anima è possibile generare Cristo. È stato Gesù che lo dice: “Mia madre e i miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc.8,21). Le caratteristiche della maternità in senso fisico si riflettono negli atteggiamenti di umiltà, di accoglienza, di comprensione, di bontà, di perdono e di tenerezza (cfr. Isacco, abate del monastero della Stella). Sono i tratti umani di una spiritualità di rinnegamento di sé attraverso fatica dolore; una spiritualità fatta di parole e di silenzio, di ascesi del dialogo e della pazienza che sempre ricomincia, dell’umiltà di cercare e costruire alleanza. Gesù, ci insegni ad avere il suo stesso spirito materno nei confronti dei nostri fratelli, con la capacità sincera di accogliere, di perdonare, di dare forza e di infondere fiducia e speranza. “Misericordiosi come il Padre”.

Con il senso di maternità nasce la fraternità universale, e con questa la pace, perché nulla è più aborrita dalle madri della guerra, della violenza e di quanto causa morte dei figli.

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