Nel segno della concretezza
Quattro progetti per creare lavoro sul territorio. La Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti ha attivato uno sportello itinerante a cui possono essere presentati piani d’impresa finanziabili con prestiti agevolati. Bisogna avere idee chiare sull’attività da avviare.
O da riavviare, perché la Chiesa locale punta anche al potenziamento delle realtà già esistenti. La difficoltà maggiore oggi sta nel chiedere soldi in banca senza riuscire a dare garanzie. A questo serve il «Microcredito». La Diocesi ha messo nelle casse della «Banca di credito cooperativo dell’Alta Murgia» 72mila euro, fondo di garanzia per coloro che vorrebbe aprire un’attività partendo da zero. Obiettivo è arrivare a 100mila euro attraverso l’aiuto di benefattori e parroci, che già stanno dando il loro contributo.
I progetti vengono valutati da un’equipe diocesana di tecnici, che decide per il «sì» o il «no» al prestito. Una somma erogabile fino a 25mila euro, ad un tasso d’interesse del 3%, da restituire in sessanta mesi. Non c’è limite d’età. Possono farsi avanti i residenti nel territorio diocesano - Altamura, Gravina, Acquaviva, Santeramo, Poggiorsini e Spinazzola - che vogliano avviare un’attività nei confini della Diocesi. Richiesti «requisiti morali», da attestare con la lettera di un parroco e la certificazione per carichi pendenti. Non risultano finanziabili attività connesse al gioco d’azzardo, al tabagismo, all’uso di armi e di violenza. L’equipe diocesana accompagna l’imprenditore prima e durante il percorso, ma anche dopo il taglio del nastro. Poi c’è «Garanzia giovani», il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile.
Grazie a fondi dell’Unione europea, le imprese possono inserire in azienda tirocinanti, che si assicurano così una formazione professionale retribuita dall’Inps con un assegno mensile. Terzo strumento è l’«Incubaritas», che conta già quattro precedenti edizioni. Una «scuola di formazione e di supporto» all’autoimprenditorialità che cammina insieme alle idee e ai sogni dei giovani per farli diventare realtà. Infine, per famiglie e persone in difficoltà, c’è il «Prestito della speranza», che esula dal solo ambito lavorativo. Si tratta di una forma di sostegno al reddito - fino a 7mila e 500 euro - che permette anche di finanziare microimprese di nuova costituzione o già esistenti.
Pastorale sociale e del lavoro, Caritas e Pastorale giovanile stanno lavorando in sinergia. Fanno riferimento a «Policoro», il progetto della Chiesa italiana nato nel 1995 dall’idea del sacerdote torinese don Mario Operti per dare risposte alla disoccupazione nel Mezzogiorno. «Le iniziative della Diocesi ben si sposano con la cultura della legalità», sottolinea il vescovo, monsignor Giovanni Ricchiuti. «Penso - continua - ad attività da impiantare su terreni confiscati alla mafia o al commercio equosolidale e dico ai giovani di non svendere la propria dignità cercando raccomandazioni». Per informazioni, consultare il bando sul sito www.diocesidialtamura.it o chiamare al 3337033274.
Articolo di Anna Maria Colonna, dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 7 novembre 2015
O da riavviare, perché la Chiesa locale punta anche al potenziamento delle realtà già esistenti. La difficoltà maggiore oggi sta nel chiedere soldi in banca senza riuscire a dare garanzie. A questo serve il «Microcredito». La Diocesi ha messo nelle casse della «Banca di credito cooperativo dell’Alta Murgia» 72mila euro, fondo di garanzia per coloro che vorrebbe aprire un’attività partendo da zero. Obiettivo è arrivare a 100mila euro attraverso l’aiuto di benefattori e parroci, che già stanno dando il loro contributo.
I progetti vengono valutati da un’equipe diocesana di tecnici, che decide per il «sì» o il «no» al prestito. Una somma erogabile fino a 25mila euro, ad un tasso d’interesse del 3%, da restituire in sessanta mesi. Non c’è limite d’età. Possono farsi avanti i residenti nel territorio diocesano - Altamura, Gravina, Acquaviva, Santeramo, Poggiorsini e Spinazzola - che vogliano avviare un’attività nei confini della Diocesi. Richiesti «requisiti morali», da attestare con la lettera di un parroco e la certificazione per carichi pendenti. Non risultano finanziabili attività connesse al gioco d’azzardo, al tabagismo, all’uso di armi e di violenza. L’equipe diocesana accompagna l’imprenditore prima e durante il percorso, ma anche dopo il taglio del nastro. Poi c’è «Garanzia giovani», il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile.
Grazie a fondi dell’Unione europea, le imprese possono inserire in azienda tirocinanti, che si assicurano così una formazione professionale retribuita dall’Inps con un assegno mensile. Terzo strumento è l’«Incubaritas», che conta già quattro precedenti edizioni. Una «scuola di formazione e di supporto» all’autoimprenditorialità che cammina insieme alle idee e ai sogni dei giovani per farli diventare realtà. Infine, per famiglie e persone in difficoltà, c’è il «Prestito della speranza», che esula dal solo ambito lavorativo. Si tratta di una forma di sostegno al reddito - fino a 7mila e 500 euro - che permette anche di finanziare microimprese di nuova costituzione o già esistenti.
Pastorale sociale e del lavoro, Caritas e Pastorale giovanile stanno lavorando in sinergia. Fanno riferimento a «Policoro», il progetto della Chiesa italiana nato nel 1995 dall’idea del sacerdote torinese don Mario Operti per dare risposte alla disoccupazione nel Mezzogiorno. «Le iniziative della Diocesi ben si sposano con la cultura della legalità», sottolinea il vescovo, monsignor Giovanni Ricchiuti. «Penso - continua - ad attività da impiantare su terreni confiscati alla mafia o al commercio equosolidale e dico ai giovani di non svendere la propria dignità cercando raccomandazioni». Per informazioni, consultare il bando sul sito www.diocesidialtamura.it o chiamare al 3337033274.
Articolo di Anna Maria Colonna, dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 7 novembre 2015
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