Venerdì 1° Gennaio 2021, nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio, la Chiesa celebra la 54° Giornata Mondiale della Pace, ricorrenza istituita da Papa Paolo VI con un messaggio datato 8 Dicembre 1967 e celebrata per la prima volta il 1° Gennaio 1968. Da allora, ogni anno, il Santo Padre invia ai capi delle nazioni, a tutti gli uomini e alle donne di buona volontà un messaggio che invita alla riflessione sul tema della pace.
“La cultura della cura come percorso di pace”, si intitola così la missiva scritta quest’anno per la Giornata da Papa Francesco. Nel suo pensiero, il Papa “si rivolge ai capi di Stato e di Governo, ai responsabili delle Organizzazioni internazionali, ai leader spirituali e ai fedeli delle varie religioni, agli uomini e alle donne di buona volontà”. A loro ricorda quanto scritto nella sua ultima enciclica, Fratelli tutti: “In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia”.Incoraggia tutti a diventare “profeti e testimoni della cultura della cura, per colmare le tante disuguaglianze sociali”. Perché la barca dell’umanità, dove “nessuno si salva da solo”, può “navigare con una rotta sicura e comune” solo col “timone della dignità della persona” e la “bussola dei principi sociali fondamentali”. Francesco guarda agli eventi del 2020, segnato “dalla grande crisi sanitaria del Covid-19”, che ha aggravato crisi molto legate tra loro, “come quelle climatica, alimentare, economica e migratoria, e provocando pesanti sofferenze e disagi”.
Pensa anzitutto “a coloro che hanno perso un familiare o una persona cara, ma anche a quanti sono rimasti senza lavoro”. Ricorda in modo speciale medici, infermieri, farmacisti, ricercatori, volontari, cappellani e personale di ospedali e centri sanitari, “che si sono prodigati e continuano a farlo, con grandi fatiche e sacrifici, al punto che alcuni di loro sono morti nel tentativo di essere accanto ai malati, di alleviarne le sofferenze o salvarne la vita”.
(M.L.)
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