Nel pomeriggio l’ordinazione presbiterale del diacono don Filippo Piccininni. L’intervista

La comunità di fedeli della diocesi di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti si prepara ad accogliere in dono, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’Arcivescovo Mons. Giovanni Ricchiuti, un nuovo presbitero.

Questa sera, nei Primi Vespri della VII Domenica del Tempo Ordinario, la Chiesa Cattedrale “Santa Maria Assunta” di Altamura farà infatti da cornice, a partire dalle 17.00, al rito di Ordinazione presbiterale del diacono don Filippo Piccininni. Sarà possibile seguire la Solenne Messa anche in diretta tv e streaming sui canali dell’emittente locale Canale 2.

Don Filippo presiederà per la prima volta l’Eucarestia nelle giornate di Domenica 20 Febbraio, alle 11.30 presso la parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” di Altamura e di Domenica 27 Febbraio, alle 11.00 presso il Santuario “Madonna delle Grazie” di Gravina in Puglia.

A seguire, l’intervista rilasciata ai nostri microfoni dal futuro sacerdote.

 

  • Ciao don Filippo, sabato la Chiesa ti farà un dono di assoluta importanza per la tua vita. Quali sono le tue emozioni e i tuoi pensieri della vigilia?

 «L’anima mia magnifica il Signore» (Lc 1,46) Grande è il sentimento di gioia e gratitudine nei confronti di Dio per la sua infinita misericordia che ha riversato nella mia vita. Ancora una volta mi presento dinanzi a lui peccatore e Lui continua con la sua premura nel farmi sentire amato. Mi commuove e mi scuote sentire la pienezza del Signore che si compie nella mia vita in vista dell’ordinazione, con la certezza che tanto sarà grande e unico quel giorno così particolare, tanto più grandi saranno i giorni che verranno e questa bellezza mi viene consegnata semplicemente dal fatto che il Signore è la roccia della mia vita che non mi abbandona mai, ma mi è fedele da sempre e per sempre. Vedo trascorre i giorni della mia vita vissuta, tutti i volti incontrati, le cadute e le esperienze di resurrezione vissute. In tutto ciò vedo la sua presenza, il suo starmi accanto sempre e comunque, il costruire insieme a lui. Tanta gioia, ma tanta volontà nel continuare ad affidare a lui i giorni che verranno, tutto il servizio a cui sono chiamato e la responsabilità che ne compete. Consapevole dei miei limiti, spero e confido nel suo amore e nella sua volontà. «Tutto posso in colui che mi da la forza.» (Fil 4,13), mi affido pienamente a Signore».

 

  • Annunciare il Vangelo e divulgare la Parola di Dio, raggiungendo la comunità nell’ambito delle varie situazioni familiari e personali. Come pensi di svolgere questo importante e delicato compito nelle vesti di sacerdote?

«Mi viene in mente l’affermazione di Tolstoj: “Non vi è sporcizia più grande di chi rifiuta di sporcarsi le mani con il prossimo”. E penso che un modo semplice e allo stesso tempo fondamentale nella mia scelta vocazionale è accettare di incontrare le persone e di ascoltarle e accoglierle nelle loro concrete situazioni, spesso anche dolorose e perfino tragiche. Questa non è solo un modo per me di fare del bene, quanto occasione di lasciarmi incontrare da Cristo stesso, di lasciarmi toccare e convertire da Lui che è presente nell’altro. Anzi, proprio nell’incontro accettato e poi voluto e scelto, posso provare ed esprimere la mia grande libertà: la libertà di chi ama senza attendere ricompensa, di chi dona per la gioia di donare e senza nulla attendere in contraccambio. Comprendo come il mio “Eccomi” al Signore deve avere il sapore della gioia dell’incontro, della bellezza della gratuità per partecipare al grande miracolo dell’amore in cui il Signore ci coinvolge».

 

  • La tua testimonianza di amore verso il Signore può essere da sprono per altri giovani in un momento come quello che stiamo vivendo nel quale il numero di sacerdoti continua ad essere insufficiente per far fronte alle necessità delle varie diocesi?

«La vocazione come la fede non si dà in maniera automatica, come un dono indifferente dalla tua partecipazione, ma ti chiede di coinvolgerti in prima persona e con tutto te stesso. È un dono che vuole essere desiderato, l’Amore che vuole essere amato. Questa è l’esperienza che ho vissuto: vivo una relazione con il Signore, la sua volontà di lasciarsi trovare che si è incontrata con il mio grande desiderio di cercarlo con tutto il cuore. Se la mia vocazione può essere di sprono ai giovani d’oggi, sento loro di dire: cercatelo con tutto lo slancio del vostro cuore, pregate, ponetegli tante domande, invocatelo, urlategli contro sé serve, ed egli, come ha promesso, si farà trovare, perché come dice papa Francesco: «Dio non ha smesso di chiamare, anzi, forse oggi più di ieri fa sentire la sua voce. Se solo abbassi altri volumi e alzi quello dei tuoi più grandi desideri, la sentirai chiara e nitida dentro di te e intorno a te, la sua voce. Il Signore non si stanca di venirci incontro, di cercarci come il pastore cerca la pecora perduta, come la donna di casa cerca la moneta dispersa, come il Padre cerca i suoi figli. Egli continua a chiamare e attende con pazienza da noi la stessa risposta di Maria: «Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Se avrai il coraggio di lasciare le tue sicurezze e aprirti a Lui si schiuderà per te un mondo nuovo e tu, a tua volta, diverrai luce per gli altri uomini»».

(Articolo e intervista a cura di Michele Laddaga)

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