Giornata Missionaria Mondiale. Ricchiuti: «Portiamo la nostra testimonianza oltre ogni confine»

«TESTIMONI DI ME

FINO AI CONFNI DELLA TERRA» (At 1, 8)

 

Messaggio

per la 96a Giornata Missionaria Mondiale

(23 ottobre 2022)

 

 

Sorelle e fratelli carissimi,

 

nel cuore di questo mese di ottobre, mese che da ben 96 anni segna nella vita della Chiesa un importante momento di riflessione sulla missione affidataci da Gesù di portare il suo Vangelo fino ai confini della terra, e ad una settimana di distanza da domenica prossima, 23 ottobre, nella quale nelle nostre Comunità ecclesiali si prega e si raccolgono offerte destinate alle Pontificie Opere Missionarie, desidero condividere con tutti voi il “sogno” e la “visione” di una terra abitata dalla Buona Notizia.

Papa Francesco, nel suo Messaggio, scritto per la circostanza il 6 gennaio u.s., ha voluto ancora una volta mettere in evidenza un aspetto della vita cristiana, quello della testimonianza, intesa come cammino audace e coraggioso dei cristiani, sospinti dal “vento” e ricolmi del “fuoco” dello Spirito Santo, verso là dove finisce la terra (…i confini). Una terra non da conquistare, ma da percorrere con il passo leggero di chi non porta nulla con sé, se non la Parola del Maestro e del Signore. Una terra solcata da strade, percorse da una umanità alla quale affiancarsi per dialogare con parole di pace; e unita da ponti, sui quali sperimentare la “convivialità delle differenze” per un abbraccio di fraternità. Una terra le cui “valli di lacrime” risuonino di parole di consolazione e vengano colmate da gesti di solidarietà verso i poveri e gli “aggrediti” da soprusi, ingiustizie, guerre e violenze. Una terra, infine, i cui confini si apriranno, alla fine del tempo, ad un cielo nuovo ed una terra nuova.

Sorelle e fratelli, qualcuno penserà che questa testimonianza che il Signore Gesù ci ha affidato costituisca un compito quasi impossibile ad essere portato a termine. In realtà, a rifletterci bene, quei “confini della terra” non sono prima di tutto i confini geografici, ma quelli verso i quali siamo invitati a dirigerci. È “confine” la strada che ogni giorno percorriamo per recarci al lavoro, per andare a far la spesa, per camminare insieme con amici per una passeggiata. È “confine” l’ingresso delle nostre scuole, là dove insegnanti e studenti stanno insieme delle ore per accrescere conoscenza e intelligenza. È confine l’uscio della porta accanto delle nostre abitazioni e quello delle nostre chiese, luogo di preghiera e di incontro per noi cristiani. È verso questi “confini”, prima di tutto, che il Signore ci invia ad incontraci come “fratelli tutti”, per annunciare il Vangelo e “far discepole tutte le nazioni”! È l’essere missionarie e missionari nella quotidianità del nostro tempo e della ferialità del nostro vivere che dà alla nostra fede lo sguardo lontano, che ci apre a relazioni autentiche e …fraterne, miti e nonviolente; ci fa incontrare sulla strada del dialogo anche chi è “differente” per etnia, fede religiosa e scelte di vita. La “missione” comincia da questa disponibilità ad andare, come testimoni del Vangelo, verso questi “confini”.

Certo, la Giornata Missionaria Mondiale getta il nostro sguardo, in modo particolare, verso là dove questa terra “finisce”, le nazioni del mondo verso le quali la Chiesa si è coraggiosamente incamminata sin dalle origini: resta questo, ancora oggi e fino alla fine dei tempi, il primo e fondamentale impegno degli apostoli (“inviati”, “mandati”) e dei discepoli di ieri e di oggi. Tante donne e uomini – vescovi, presbiteri, religiose e religiose, laiche e laici – nella storia bimillenaria della Chiesa hanno lasciato e continuano a lasciare la propria terra, per spingersi sino ai “confini della terra”, per annunciare Gesù Cristo tra consensi, dissensi e martirii (ogni anno, il 24 marzo, la Chiesa ricorda con una giornata di digiuno e di preghiera i missionari martiri!).

Si avvicina, dunque, domenica 23 ottobre ed è bello per me aver appreso che in molte parrocchie della nostra diocesi in queste sere ci saranno veglie missionarie di preghiera, perché il Signore continui a chiamare e mandare operaie e operai nella sua messe. In mezzo a noi, ho ricordato ogni anno, ci sono religiose, religiosi e presbiteri provenienti dall’Africa, dal Sud America, dall’India e dalle Filippine: diciamo grazie al Signore e a tutti loro per questa presenza che ricorda i “confini” della terra.

Infine, invito tutti ad una maggiore e generosa raccolta di offerte per le Missioni (l’anno scorso abbiamo raccolto 16.500 euro, inviate alle PP.OO.MM.), che costituiscono anche il concreto gesto di aiuto e di fraternità. Sin da ora, vi ringrazio per quanto potremo raccogliere.

Non stanchiamoci di essere “Chiesa in uscita e in cammino” sulle strade del mondo!

Vi abbraccio e vi benedico!

 

Altamura, 15 ottobre 2022, memoria di S. Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa

 

+ Giovanni, vescovo

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