Giovedì fra l’Ottava di Pasqua, Mons. Russo: «Continuiamo a testimoniare la bellezza della nostra fede»

Giuseppe Russo

Vescovo di

Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti

Omelia

Giovedì fra l’Ottava di Pasqua

 

Madonna della Camera in Roccaforzata

4 aprile 2024

 

At 3,11-26;

Slm 8;

Lc 24,35-48.

4 aprile 2024

 

“…perché vi meravigliate di questo… come se per nostro potere o per la nostra religiosità avessimo fatto camminare quest’uomo?”

 

A volte ci si meraviglia di alcuni fenomeni che cadono sotto i nostri occhi.

Alcune persone, poco addentro, si meravigliano per esempio del clamore, dell’affetto, della devozione ‘esagerata’ intorno alla figura di un santo o della Madonna.

E invece, noi sappiamo che non c’è da meravigliarsi, perché è Dio stesso, in particolare Gesù stesso, il Figlio, che dispone tutta questa manifestazione di affetto e di gratitudine, o questa partecipazione così massiccia e ricca, viva nei riguardi di Maria, sua e nostra Madre.

Ci sarebbe piuttosto da meravigliarci del contrario, di una certa assenza di sentimento, di una devozione anaffettiva, di una considerazione muta, legata solo ad alcuni momenti celebrativi, riguardo alla Madonna.

 

“Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza”

 

Attenzione all’ignoranza, circa la fede e la morale, circa la vita ecclesiale.

È vero che le persone colte, più preparate culturalmente e dottrinalmente hanno maggiore responsabilità in ogni campo.

Però è pur vero che l’ignoranza non sempre ci giustifica.

Già la teologia morale ha sempre parlato di una ignoranza colpevole…

Ma, in ogni caso, a parte l’ambito morale, l’essere ignoranti non giustifica quando non è accompagnato da un atteggiamento di umiltà e di buon senso. Mentre, invece, spesso, si può trovare una persona ignorante, ma presuntuosa…

Chi ha condannato Gesù? Anzitutto i capi dei sacerdoti, le autorità, certamente.

Però probabilmente anche tra il popolo, meno attrezzato culturalmente, vi erano persone che hanno appoggiato e spinto in questa direzione.

Può accadere anche in campo ecclesiale. In realtà, in ogni ambito.

Maria, invece, come anche Giuseppe, dinanzi alla incomprensibilità dell’agire di Dio, hanno scelto il silenzio, la discrezione, la riflessione, l’attesa.

 

“Perché siete turbati e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?”

 

È stata forse una delle fatiche maggiori di Gesù con i suoi apostoli e discepoli. Quella di dissipare nel loro cuore le tenebre del dubbio e l’insicurezza. Questo perché Gesù sapeva molto bene che senza fede e sicurezza non avrebbero mai e poi mai portato avanti la delicata missione della evangelizzazione del mondo.

 

Elisabetta disse a sua cugina Maria in visita da lei: “Perché hai creduto, si sono avverate tutte le cose”.

Maria ha creduto, sin dal primo momento, ha continuato a credere quando l’infanzia di suo Figlio veniva così avversata dal ‘destino’, ha creduto indefettibilmente dinanzi alle insidie durante la vita pubblica di Gesù, e fin sotto la croce: “Stava sotto la croce”.

Che grande insegnamento per noi, dinanzi alle nostre prove spirituali e materiali, che enorme consolazione confidare e appoggiarci sulla fede della Chiesa, dei numerosi testimoni che la vita ci fa incontrare.

Impariamo da loro e continuiamo anche noi a testimoniare la bellezza e la verità della nostra fede.

 

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